Tre bambini stanno giocando a 1,2,3, stella! sotto il mio studio.
Quello che sta sotto, si gira di scatto e da un’occhiataccia al primo, immobile. Basta uno sguardo e scoppiano a ridere.
Sorrido. Basta uno sguardo e meno di un secondo per entrare in relazione diretta con una persona, mettere in pausa la solitudine o trasformare la vita. In un attimo, diventi qualcuno per qualcun altro.
Il capo entra nella stanza, il collaboratore alza la testa, gli sguardi si incrociano e si va a bere un caffè.
Un contatto visivo di 0,2 secondi è il tempo che basta per innamorarci di una persona. Follia? Scienza. Dimostrato da analisi condotte dalla Syracuse University e dal team guidato dalla Dott.ssa Stephanie Ortigue.
Ogni volta che incontri lo sguardo di una persona le fai 5 domande inconsce.
L’inconscio chiede, anche se non te ne accorgi. Domande silenziose.
Le fai a chi ami, alle persone che incontri al lavoro, a chiunque incroci. Al barista che ti serve il caffè, alla signora seduta vicino a te sull’autobus, al vicino che ti saluta con la mano mentre sali in macchina. A ognuno di loro, chiedi queste cose.
E solo se la risposta è SI, entri in relazione diretta con queste persone. Hai la prova della tua esistenza. Non sei più solo.
Quali sono le domande?
- Mi vedi?
- Ti importa che sono qui?
- Vado bene come sono o dovrei essere diverso?
- Capisco che sono speciale per te dal modo in cui mi guardi?
- Posso fidarmi di te?
Quando la risposta è SI, sei compreso e accettato.
Funziona anche alla rovescia, quando rispondi SI riconosci gli altri e accetti che entrino nel tuo spazio. Ti prendi un momento per esserci, qui e ora, che è l’unico posto giusto per le relazioni umane.
Si crea una connessione, dalla prima all’ultima domanda, in pochi secondi.
Se incontri qualcuno, fagli capire che lo vedi. A volte, arriva il fine settimana senza che ti ricordi cosa è successo dal lunedì al venerdì, capita all’improvviso. Perché non eri lì in ogni momento. E non è nemmeno possibile, a volte. Andare al lavoro, caricare la lavatrice, rispondere al telefono…ogni azione quotidiana distrae la nostra attenzione.
Prenditi solo un secondo extra per guardare chi è vicino a te. Uno solo. Non è la quantità di tempo che dedichiamo a una persona o quello che facciamo insieme a lei a fare la differenza, è la qualità della nostra presenza.
Esserci non a che vedere con la meditazione, il respiro profondo o tecniche di comunicazione.
Ha a che fare con una decisione veloce come un lampo: “Ok, sono qui ORA.”.
Non ci devi pensare, è puro intuito.
E se hai perso il momento? Basta un secondo per riprenderlo!
Il secondo extra non ha sempre successo, ma metterlo in pratica mette in pausa la solitudine. In un secondo.